exposing the dark side of adoption
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Blog: Italian adoption - Almaz Ethiopia

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martedì 28 agosto 2007
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Domani è il grande giorno del rientro.
Gli ultimi giorni sono stati credo i giorni normali delle famiglie con bambini non più piccoli. Capricci, pretese, rifiuti alle nostre richieste di fare qualcosa, musi lunghi per sciocchezze... e altro. Speravamo di avere pescato un terno al lotto, ed i primi giorni sembravano quasi confermare la nostra speranza, ma in realtà abbiamo 2 splendide bambine normalissime, che fanno tutto quello che fanno le bambine normali italiane.
Questa settimana si sono succedute le partenze delle famigliole che si erano formate prima della nostra. Noi saremo l'ultima. Ieri sera poi sono partiti Tizita e Biruk che alla verifica non sono più le zie delle nostre bambine, ma le cugine. Sono stati tutti momenti ad alta carica emotiva, e ieri sera abbiamo vissuto un'ora di silenzio assoluto dopo la loro partenza. Le ha tirate su di morale solo la serata passata nel ristorante tipico etiope, mangiando Injera e ascoltando musica tradizionale con balletti etiopi.
Chiudo perchè non mi stanno dando tregua... Ci si vede a casa. Ciao !!!!!!
Pubblicato da franco a 23.24 0 commenti 
giovedì 23 agosto 2007
Meno 8
Tra poco più di una settimana saremo di ritorno in Italia con Medhanit ed Abebech.
Gli ultimi giorni sono serviti a vedere qualcosa in più di Addis Abeba. Siamo andati al museo nazionale a vedere Lucy, l'ominide considerato alla base della catena evolutiva umana, abbiamo visitato anche la chiesa di S. Giorgio patrono dell'Etiopia e guarda caso patrono anche della nostra parrocchia. La chiesa è sotto restauro come molte altre cose in Addis Abeba, e ttto dovrà essere pronto per le celebrazioni del nuovo Millennio. All'ingresso in chiesa siamo stati assaliti da un odore di smalto sintetico quasi soffocante. Ho chiesto alla nostra giovane guida come mai si usassero vernici per dipingere colonne, muri e particolari architettonici. Mi hanno spiegato che abitualmente i fedeli pregano toccando ripetutamente i muri, le statue e le immagini sacre, e che quindi le vernici sintetiche permettono almeno la lavabilità (!).
Sono emersi in questi giorni i primi scontri tra sorelle ed i primi musi lunghi a seguito di nostre imposizioni. Oramai loro chiedono/pretendono sempre di più e non avendo un vocabolario adatto a farci capire noi non riusciamo a far capire loro che non tutto è concesso e che la loro nuova vita prevede e prevederà comunque delle regole che bisognerà continuare a seguire o imparare. I capricci si susseguono come è naturale che sia, a volte i musi si allungano per autentiche sciocchezze. Questa mattina Abebech ci ha tenuto il muso per una mezz'ora perché le avevamo imposto di togliersi un pile sporco e di cambiarlo con qualcosa di pulito. E' una stupidaggine che qualsiasi genitore si è trovato ad affrontare non una ma mille volte, quindi non ci sembra affatto importante, anzi è importante perché vuol dire che comincia ad emergere il loro vero carattere.
A volte l'ironia che avevo definito leggera di Medhanit diventa un po' pesante, e le ripetizioni di battute infantili fatte apposta per metterci alla prova ci fanno girare un poco le scatole, ma tutto sommato il nostro cammino fino ad ora è stato decisamente soft.
Ieri ci è arrivata una notizia bomba dall'orfanotrofio Almaz. In pratica si è saputo che le nostre figlie sono le zie di Tizita e Biruk, gli altri 2 bambini cui sono estremamente legati e che si trovano quì al Ghion Hotel con la loro famiglia adottiva. In pratica il fratello (morto) di Medhanit e Abebech era loro padre. La coincidenza della presenza contemporanea delle 2 famiglie adottive nello stesso luogo è straordinaria e non calcolata in nessun modo.La consideriamo una vera fortuna perché ci ha permesso di conoscere ed instaurare un buon rapporto di amicizia con Franco e Daniela che sono il papà e la mamma di Tizita e Biruk e che abitano a Torino. Ci eravamo già accordati in precedenza per scambiarci visite ed ovviamente ora che sappiamo della parentela andremo al più presto a Torino a trovarli, e vedremo di dimostrare così alle noste bambine che almeno questo rapporto non si troncherà.
Abebech in questo periodo ha già perso 2 denti da latte. Ce l'avevano consegnata con una dentatura perfetta ed ora invece arriverà in Italia con 2 finestre in bocca.
Siamo entusiasti di quello che ci sta succedendo e speriamo che tutto fili liscio non per noi ma per le bambine che tra poco dovranno lasciare il loro paese, i loro amici che al momento continuano a vedere qui in Hotel con le loro famiglie adottive, e che non potranno più sentirsi a casa loro come adesso che sentono parlare amharico tutto attorno a loro.
Questa mattina abbiamo fatto spesa di biscotti e caramelle in un supermarket. Saranno il regalo di commiato delle bambine dai bambini dell'Almaz, quando andremo in istituto a salutare per l'ultima volta. Loro erano entusiaste della cosa, ci tengono tantissimo a tornarci, e sono state contentissime quando le abbiamo detto che saranno loro a effettuare la distribuzione in istituto.
Ciao ….
Pubblicato da franco a 22.58 4 commenti 
lunedì 20 agosto 2007
Continua ...
I giorni passano e la confidenza con Medhanit ed Abebech migliora. Loro hanno terminato quella fase iniziale di sforzo per compiacere a tutti i costi i nuovi genitori. Non rifanno più il nostro letto e non si offrono più di portare le nostre cose (borsa e macchina fotografica).
Emergono via via le loro personalità, ma la cosa è al momento molto controllata. Crediamo ci sia ancora in loro il dubbio di poter anche non essere accettate, ma non ci stanno mettendo alla prova come invece capita a qualche altra famiglia adottiva conosciuta qui ad Addis Abeba.
Qui all'Hotel Ghion abbiamo conosciuto infatti altre 6 famiglie italiane che hanno adottato bambini tutti provenienti dallo stesso nostro orfanotrofio, l'Almaz. L'amicizia con loro si è già consolidata, e già si stringono accordi per visite reciproche, in modo da permettere ai nostri bambini di rivedersi anche in Italia.
Le giornate scorrono un pò monotone, se non si considera il rapporto che stiamo cercando di costruire con le nostre figlie. Il tempo è scandito dalle piogge che non mancano mai di notte e che di giorno ci allietano in orari a piacere, e dai pasti che portano via una bella fetta di tempo.
Per uscire dall'hotel ci serviamo sempre di Taxi; uscire a piedi comporta infatti l'incontro/scontro con una realtà decisamente pesante. Tante persone povere e tanti bambini si avvicinano regolarmente ed insistentemente per chiedere qualcosa o per vendere piccoli oggetti come fazzoletti, chewing-gum, collanine ed altro. Ci hanno anche detto che c'è un mercato di bambini in affitto che vengono pizzicati al bisogno per farli piangere e intenerire così i turisti passanti.
La miseria ed il degrado che si vedono subito dietro o anche di fianco ai palazzoni governativi, ai grandi alberghi e alle banche è impressionante. Ci sentiamo impotenti davanti al mare di bisogno che si spalanca davanti ai nostri occhi, e ci rendiamo conto di essere dei privilegiati dalla fortuna.
Poco distante dal nostro albergo c'è una piccola ma decorosa chiesa costruita dai soldati italiani durante l'occupazione dove la domenica possiamo partecipare alla Messa celebrata in lingua italiana dai frati che vivono ed operano qui ad Addis Abeba.
Abbiamo conosciuto anche i coniugi Bernardi, residenti ad Addis Abeba da molti anni come profughi dall'Asmara in Eritrea. Ci hanno promesso che i prossimi giorni ci porteranno a visitare i dintorni.
Abebech ha avuto la prima crisi di pianto quando è stata offesa da Medhanit: un semplice bisticcio tra sorelle, ma Abebech l'ha presa male e si è poi addormentata tra le lacrime in braccio a Nicoletta.
Medhanit a volte si immalinconisce e si perde un poco nei suoi pensieri come quando sabato sera abbiamo salutato gli amici in partenza per l'Italia con 2 dei loro piccoli amici. In realtà per l'occasione anche a noi sono scappate un paio di lacrimucce, perché Chiara e Vittorio (2 delle persone che sono partite) sono davvero "speciali".
Noi saremo gli ultimi a partire essendo stati gli ultimi ad arrivare questo mese di Agosto.
Il mese prossimo sarebbero dovute arrivare quì altre 7/8 coppie, ma probabilmente per loro sarà molto difficile riuscire ad organizzare il viaggio, in quanto l'11 Settembre cade il capodanno del 2000 del calendario Etiopico e si prevedono festeggiamenti in grande stile per il nuovo "Millennium". E' già tutto occupato negli hotels e anche i viaggi diventeranno difficili se non prenotati per tempo.
Accedere ad Internet è sempre un'impresa, ma ho escogitato un trucchetto un po' sporco per farlo anche dalla camera dell'hotel. Ho scopiazzato il numero di telefono, l'utenza e la password dell'internet point di cui mi sono servito finora. Mi dispiace un poco truffare in questo modo, ma questa mattina ho perso 50 minuti per scrivere qualcosa sul Blog ed alla fine non sono riuscito né a pubblicarlo né a salvarlo in nessun modo su file perché il PC si è bloccato ed abbiamo dovuto resettarlo. Direi che più che un servizio questo Internet Point offre un disservizio.
Ciao a tutti: Franco, Nicoletta, Medhanit e Abebech.
Pubblicato da franco a 11.41 1 commenti 
mercoledì 15 agosto 2007

Ho avuto qualche difficoltà di accesso ad internet le ultimo 2 volte che abbiamo tentato di aggiornare il Blog. L'internet Café vicino a noi offre un'unica connessione telefonica a 56k da condividere su 5 computer, e in alcuni orari del giorno è impossibile lavorare a causa del traffico Internet. La connessione diventa lentissima e si perdono ore senza riuscire a combinare niente.

Gli ultimi giorni ci sono serviti ad accrescere la confidenza con le nostre bambine. Non mi viene ancora naturale chiamarle figlie anche se loro ci hanno chiamato da subito Mamma e Papà (erano state istruite benissimo).

Abbiamo visitato il museo Etnonologico e siamo stati a cena in un ristorante tipico etiope a mangiare la Injera. E' uno strato di pane morbido su cui vengono messe le pietanze ordinate. Non esistono posate e tovaglioli e si mangia rigorosamente solo con le mani usando il pane morbido per prendere il cibo senza sporcarsi.
Oltre al cibo tipico c'era anche uno spettacolo di canti e danze etiopi. Medhanit ha riconosciuto tutti i canti e tutte le danze, che erano tipiche dei vari gruppi etnici etiopi: Oromo, Tigrini, Amhara, Uraghe... ed infine anche i Wolaita, la loro etnia. E' stata una serata speciale, loro si sono divertite tantissimo insieme a tutti gli altri bambini adottati che erano con noi e con gli altri genitori adottivi.

Le cose continuano ad andare benissimo, quindi ci aspettiamo che prima o poi arrivino le prime crisi o i primi capricci, ma se abbiamo capito bene il loro carattere, non dovrebbe essere difficile superarle.

Una cosa bellissima del loro carattere è infatti l'ironia. Scherzano tra di loro combinandosi piccoli dispetti e affibbiandosi la colpa l'una all'altra, ma sempre con spirito leggero, senza mai esagerare e sempre col sorriso sulle labbra. Medhanit poi ha uno spiccato senso dell'umorismo e gioca molto sugli equivoci di comprensione tra Italiano e Amharico. Ci prende regolarmente in giro con "ho capito... no capito.. sì capito" ripetuto in modo ossessivo.

Abebech è sveglissima di spirito ed ha un sorriso meraviglioso. Le accomuna inoltre una grossa capacità di essere "ruffiane". Sanno fingere e sanno impietosire in modo del tutto naturale, ma lo fanno con molta leggerezza, senza esagerare.


Siamo già innamorati di queste bambine e speriamo di potergli regalare tutto l'affetto che gli è mancato.
Pubblicato da franco a 22.13 1 commenti 
martedì 7 agosto 2007
Primi passi insieme
Ieri (10 Agosto) finalmente si è realizzato il sogno che abbiamo perseguito per tutti questi ultimi 3 anni.

Abbiamo finalmente incontrato Medhanit (Salvatrice è il significato biblico del nome) e Abebech (Fiorente).

Il primo abbraccio è stato per Nicoletta, accompagnato da una serie di baci a non finire.

Subito ci sono state affidate e le abbiamo potute portare con noi in albergo dove abbiamo passato il resto della giornata a giocare e a provare i vestiti che ci sono stati regalati dagli amici.


La più fortunata è Abebech a cui andava bene più della metà di quanto ha provato. Medhanit invece sembra più grande dei 10 anni che risultano (numero di piedi 39) e quasi tutto gli andava corto.

Il pomeriggio è stato così una festa per loro, che hanno potuto fare le modelle sciegliendo cosa indossare tra un sacco di alternative. In serata abbiamo poi comprato delle scarpe a tutte e 2 perchè quelle che avevano addosso erano di un paio di numeri in meno.

La sera dopo cena Medhanit si è subito messa a letto per dormire, era stanchissima. Abebech invece ha resistito ancora una mezz'ora alzata ma poi si è infilata anche lei a letto abbracciata alla sorella. La fine di una giornata zeppa di emozioni.

Questa mattina sono andato io a svegliarle, e le ho trovate ben sveglie chissà da quanto, ma non avevano fatto il minimo rumore. Una volta alzate si sono subito rifatte il letto da sole, e poi hanno voluto rifare anche il nostro. Medhanit in orfanotrofio era infatti una delle più grandi ed aiutava i più piccoli nelle loro necessità.

In albergo abbiamo subito reincontrato almeno una decina di bambini usciti come loro dall'Almaz (l'orfanotrofio) e come noi quì in attesa di trascorrere il periodo di 10 o 20 giorni obbigatori con la nuova famiglia. In particolare Medhanit ha ritrovato Tizita l'amica del cuore da cui non riuscivano a separarla al momento dell'addio, quando Tizita ha lasciato l'Almaz 2 giorni prima di lei. Il rivedere tanti amici di orfanotrofio anche loro quì in albergo le ha risollevate del tutto e quelli che prima sembravano sorrisi un pò forzati sono adesso diventati sorriso aperti e spontanei.

Tutto bene insomma, anzi troppo bene. Siamo comunque pronti per le prime difficoltà e incomprensioni, ma speriamo non arrivino nemmeno.

Il tempo purtroppo non ci aiuta. Quando non piove è nuvolo, e comunque fà freddo ed il pile non è per niente superfluo durante tutta la giornata. Speriamo migliori nei prossimi giorni, ma questa per l'Etiopia è la stagione delle grandi piogge.
Pubblicato da franco a 10.22 5 commenti 
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