Romania: 408 europarlamentari, di cui 64 italiani, chiedono la riapertura delle adozioni internazionali
17 luglio 2006
Romania: 408 europarlamentari, di cui 64 italiani, chiedono la riapertura delle adozioni internazionali
Una lobby di 408 parlamentari europei ha sottoscritto la Dichiarazione 23 sulle “Adozioni internazionali in Romania” (5 luglio 2006), di cui 64 italiani .
“La notizia è senz'altro positiva, anche se la risposta degli euro-parlamentari, specialmente degli italiani, è arrivata con forte ritardo rispetto all'emergenza abbandono in Romania, eccezion fatta per il lavoro dell’on.Sbarbati - commenta Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, che fin dagli anni della moratoria si è impegnata in una serie di azioni e battaglie per il diritto alla famiglia dei minori rumeni - Con rammarico constatiamo il grave ritardo con cui è stata condotta questa battaglia: è inammissibile che un paese che chiede di entrare nell'Unione Europea neghi di fatto ai più sfortunati, i bambini abbandonati, il diritto di essere figli. Amici dei Bambini continuerà a fare pressione sulle istituzioni affinché vengano resi liberi dalla schiavitù dell’abbandono.”
La Dichiarazione 23 – La Dichiarazione, che ha superato il quorum di 366 firme richiesto dal Parlamento Europeo, è una tappa fondamentale, per dare speranza a migliaia di bambini romeni di avere una famiglia: da una lato si chiede di rivalutare i casi pendenti di quei bambini per i quali, dopo l’incontro con i genitori prima della moratoria del 2001, l’adozione non si è conclusa; dall’altro si chiede Bucarest a riaprire l’adozione internazionale nei casi in cui falliscono le altre forme di inserimento del minore in famiglia.
I dati - Nel paese le condizioni di vita dei bambini abbandonati romeni hanno subito negli ultimi anni un grave peggioramento: nel 2003 e nel 2004 circa 9mila bambini sono stati abbandonati negli ospedali rumeni, nel 2005 solo 80 bambini sono stati accolti da una famiglia rumena con l’adozione nazionale. Al 30 giugno 2005 i minori “fuori dalla famiglia” risultavano 80.287.
La vicenda - Dopo una lunga serie di sollecitazioni da parte di associazioni ed enti autorizzati all’adozione internazionale, un gruppo di euro-parlamentari, capeggiati da 5 europarlamentari – Tannock, Gibault, Crespo, Cavada, Duquesne - ha finalmente ammesso l’eccessiva pressione sul governo rumeno affinché adottasse l’attuale legge sull’adozione e lo scorso maggio ha cominciato a raccogliere le firme degli euro-parlamentari per chiedere a Bucarest di tornare sui suoi passi. Una proposta che mette in discussione la politica di Bucarest e cerca di sbloccare la situazione di stallo che impedisce a migliaia di bambini rumeni abbandonati di crescere e vivere in una famiglia.
La lobby delle associazioni - Intanto la lotta delle associazioni non si ferma: dall’associazionismo sono arrivate richieste per riaprire l’adozione internazionale in Romania. Il 12 giugno 2006 le 33 Ong del network internazionale “Charities Concerned with Children in Romania", di cui fa parte di Amici dei Bambini, in una intera pagina del Financial Times ha pubblicato l’articolo - appello "La crisi nascosta del sistema di protezione dell'infanzia in Romania" per sbloccare il sistema delle adozioni internazionali nel Paese. L’articolo ha messo in evidenza il grave stato di disagio dei minori abbandonati in strada o all'interno degli istituti nonché l’immobilismo delle istituzioni internazionali.
1) Si tratta degli onorevoli Albertini, Alvaro, Andrejevs, Andria, Angelilli, Antoniozzi, Battilocchio, Berlato, Berlinguer, Bono, Bonsignore, Braghetto, Brunetta, Cappato,Casini, Catania, Chiesa, Cocilovo, Costa, De Michelis, Fava, Foglietta, Gargani, Gawronski, Gottardi, Gruber, Kusstatscher, La Russa, Lavarra, Losco,Mantovani, Morgantini, Muscardini, Musotto, Mussolini, Musumeci, Napoletano, Occhetto, Pannella, Panzeri, Patriciello,Pirilli, Pistelli, Pittella, Podestà, Prodi, Rivera, Rizzo, Rosati, Sacconi, Salvini, Sartori, Sbarbati, Speroni, Susta, Tajani, Tatarella, Toia, Veneto,Ventre, Veraldi, Vernola, Vincenzi, Zappalà, Zingaretti.