exposing the dark side of adoption
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A new law on the Rights of Congolese Children

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Congo: A new law on the Rights of Congolese Children
(Milan) A new law to protect the rights of Congolese children. E 'approved and published in the Official Gazette of the Democratic Republic of Congo, last January 12, the standard for the protection and child protection.

In the document, the adoption is recognized as a tool to ensure a fundamental right of the child: the right to family. In the Congolese legislative landscape, the new law does not make substantial changes with respect to the principles already enshrined in the Code of Family law, but reiterates the centrality of the forms of the host family to ensure that Congolese children have a peaceful and constructive future.

The institution and its service for the abandoned children are defined in the Act "temporary solutions", ie structures in which the time spent by children can not exceed six months. To ensure that the temporary nature of the actual, the law recognizes the role of so-called famille d'accueil - foster families - which can accommodate children in family difficulties will not be guaranteed until a final solution for each family in origin or where it is not possible, in an adoptive family.
In the country there are many parents available who will make for children in difficulty, although having children. The law aims to provide a legal recognition to welcome family, stating that each foster pair can accept up to two children.

Other form of welcoming which finds recognition in the law is that of so-called autonomes foyer - social apartments - in which children "children and adolescents without a family can find an appropriate environment for their growth.

The law comes at a time when tens of thousands of children are on the run and suffer because of the war broke out in north-eastern region of Kivu in August 2008. The conditions of political instability and the continued situation of conflict are undermining the Congolese families and their ability to take care of their children. With tens of thousands of people in motion, in a climate of terror and chaos, many children are separated from their families, others are left in care centers or on the streets of the region. Would be at least 28,000 children in difficulty, according to Unicef.

It is hoped that the new law gives a signal of hope, a possibility to defend their rights.

Written by: Press Office on 09 02 09 | 5:00


09 febbraio 2009
Al via il primo viaggio di Frattini
(Roma) Il ministro degli Esteri Franco Frattini parte oggi per la sua prima missione nel continente africano. Dal 9 al 13 febbraio sarà in Angola, Nigeria, Sierra Leone e Senegal, Paesi dove da parecchi anni mancava un ministro degli Esteri italiano. Tra i temi che Frattini affronterà con i partner istituzionali dei quattro Paesi africani ci sono il prossimo G8 sotto presidenza italiana, la sicurezza globale e regionale, gli accordi commerciali e la presenza delle imprese italiane nei quattro Paesi visitati, e la cooperazione allo sviluppo.

Tra iniziative di cooperazione internazionale che il ministro degli Esteri discuterà in Africa, c'è la lotta al narcotraffico (Nigeria), le rimesse degli immigrati (Senegal) ad Abuja, la costruzione di infrastrutture e la cooperazione sanitaria (Sierra Leone).

Ad Abuja (Nigeria) Frattini incontrerà fra gli altri il Presidente della Commissione della Comunità economica degli stati dell'Africa occidentale (Ecowas), Mohamed ibn Chambas. Nei mesi scorsi, è stato lo stesso Ecowas a denunciare l'Africa occidentale come «un crocevia del traffico di droga» proveniente dall'America latina e diretto in Europa. Tra il 2007 e il 2008 l'Italia ha donato circa 650.000 euro all'Ecowas per il fondo per le operazioni di peacekeeping, per promuovere attività di contrasto alla proliferazione di armi leggere e per sostenere la conferenza ministeriale dello scorso ottobre sulla lotta al narcotraffico.

In Sierra Leone, dopo 11 anni di guerra civile conclusasi nel 2002, l'Italia ha concentrato il proprio appoggio al settore sanitario e delle infrastrutture. Frattini visiterà una diga, in fase di completamento, costruita da un gruppo di imprese italiane, con in testa Salini Costruttori e inaugurerà l'Ospedale del Professore Lanzetta, finanziato dalla Cooperazione italiana, dove si eseguono interventi di microchirurgia ricostruttiva e di riabilitazione soprattutto a quanti sono rimasti vittime di amputazioni o mutilazioni degli arti superiori durante la guerra.

Ultima tappa del viaggio sarà il Senegal, da dove proviene la più grande comunità di africani presente in Italia. A Dakar Frattini lancerà con i colleghi senegalesi dei ministeri per Famiglia, per i Senegalesi all'Estero e per le Piccole e Medie Imprese, la Piattaforma di Appoggio al Settore Privato (Plasepri), uno strumento per incentivare l'occupazione nella aree di forte emigrazione e stimolare un una maggiore partecipazione del settore privato allo sviluppo del Paese. Tra gli obiettivi c'è la sperimentazione di un progetto di "co-sviluppo", che veda coinvolta la comunità senegalese immigrata in Italia in attività di sviluppo nelle zone di origine. Un programma che prevede un finanziamento a credito di aiuto del governo italiano al governo senegalese di 20 milioni di euro, oltre a un finanziamento a dono di 3,7 milioni.

Secondo il Viminale sono 46.696 i senegalesi regolari in Italia e le rimesse inviate ogni anno in Senegal tramite banche raggiungono i 550 milioni di euro, rappresentando circa l'8% del Pil nazionale. Se a queste si aggiungono le rimesse trasmesse per altri canali si arriva alla cifra di 760 milioni di euro. Una cifra che supera l'apporto dell'aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) italiano.

(fonte: Vita.it)
Scritto da: Ufficio Stampa il 09 02 09 | 5:21 pm
http://amicideibambini.org/news_amicideibambini/weblog.php?id=P1866

2009 Feb 9